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Testimonianza di M.P. 

A.V.O. GIOVANI Termoli
tratto dal primo incontro AVO GIOVANI gennaio 2016
Tema incontro: ''TU SEI MERAVIGLIA STUPENDA''


Domanda: Quali sono le motivazioni che ti hanno portato/a a scegliere un volontariato ospedaliero?

Quando ero piccola sono stata male per un lungo periodo e questo mi ha spinto a restare in ospedale per molti mesi e a volte ho passato lì anche molte feste come il Natale.
Ero piccola e l'ospedale dove ero ricoverata si trovava a Roma, solo mio padre poteva portarmi e passavo spesso molto tempo lontano dall'affetto di mia madre e di mio fratello.
L'unico sollievo era la TV in camera, qualche giornalino che ogni tanto mio padre comprava e la Ludoteca!
A volte passavano dei maestri e altre volte dei giovani volontari che mi distraevano da quella sofferenza.
Quello che oggi mi ha spinto a fare volontariato è proprio questo!
Perché visto che non posso curare tutte le malattie del mondo posso aiutare a dimenticare e portare affetto, affetto che da piccola mi è stato portato via dalle cure.
 

TESTIMONIANZA di Arianna Somma A.V.O. GIOVANI Termoli.


Domanda: Quali sono le motivazioni che ti hanno portato/a a scegliere un volontariato ospedaliero?

Ho sempre provato ammirazione e stima nei confronti di tutte quelle persone che nella vita hanno l'importante obiettivo di aiutare gli altri.
Sin da piccola sono stata circondata da parenti e amici che dedicavano parte del loro tempo a chi ne aveva più bisogno sacrificando talvolta i propri impegni, interessandosi agli altri prima di prendersi cura di loro stessi.
Se sono cresciuta con il desiderio di mettere il mio tempo a disposizione e di occuparmi degli altri devo dire grazie a loro.
Sono venuta a conoscenza dell' AVO solo un anno e mezzo fa quando distrattamente ne ho sentito parlare da una mia compagna di classe.
Non ho avuto dubbi: dovevo far parte di quell'associazione! Volevo!
Sofocle diceva: ''Che l'opera umana più bella è di essere utile al prossimo.''
Lo volevo anch'io! Volevo aiutare il prossimo!
E così è iniziata questa avventura a dir poco meravigliosa.
Un'esperienza che mi ha aiutato tanto a crescere e a capire che anch'io potevo essere d'aiuto anche solo per servire un bicchiere d'acqua.
Quando mi è stata raccontata la storia dell' AVO che nasce dalla richiesta di un bicchiere d'acqua ho subito pensato che anch'io avrei potuto soddisfare questa richiesta apparentemente tanto banale.
Ad oggi sono soddisfatta di quello che faccio e desidero fare sempre di più perché dopo verbo AMARE, il verbo AIUTARE è il più bello del mondo.
Ed è proprio vero! Aiutare gli altri è la cosa più bella che una persona possa fare; dedicare anche poco tempo a chi è solo è un gesto inestimabile.
Durante la giornata ci sono momenti in cui ci si annoia perché non si ha nulla da fare e per questo invito tutti a trasformare questi momenti di noia in attimi di gioia, emozione, sorrisi, risate perché fare volontariato è prima di tutto portare il sorriso nelle camere grigie e buie degli ospedali colorandole di allegria e di risate.



TESTIMONIANZA di Valentina Tavolazzi AV.O. GIOVANI Termoli

Trovarmi faccia a faccia con la sofferenza come ha influito sulla mia psiche?

Stare a contatto con la sofferenza mi ha letteralmente aperto gli occhi,perché anche se si sa che ci sono persone che lottano ogni giorno con situazioni molto difficili ''sapere'' non è la stessa cosa di ''vedere''.
Quando ho iniziato questo percorso l'ho iniziato con uno spirito diverso, speravo finalmente di riuscire a sentirmi utile ma allo stesso tempo avevo paura di non essere all'altezza, di non riuscire ad essere un aiuto per quelle persone.
Ma nel momento in cui sono entrata a contatto con la loro realtà ho capito, ogni volta sempre di più, che erano problemi inutili quelli che mi facevo perché quando ti trovi ad affrontare una situazione del genere, soprattutto da solo come in molti casi, sono le piccole cose, i piccoli gesti che ti danno forza, quelli che nella realtà quotidiana ci sembrano scontati invece.
E grazie a loro ho capito di essere un tunnel in cui i problemi che mi facevo erano diventati talmente grandi da sembrare insormontabili e che a farli sembrare così ero proprio io, perché nessun problema è insormontabile, neanche quelli che causano certe sofferenze e la dimostrazione me l'hanno data quelle persone che quando entravo nella loro stanza erano loro a regalare un sorriso a me per farmi stare bene.
Grazie a questo contatto ho imparato a vedere i problemi in un'ottica diversa e sopratutto a vedere come un dono ogni momento in cui sto bene durante la giornata.

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